Come si lava un cappotto di Max Mara

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Il cappotto diventa un capo d’abbigliamento irrinunciabile, generalmente per quanto riguarda il mondo della moda femminile, nel secondo Dopoguerra: confezionato preferibilmente in sartoria, spopola presto fra le clienti di moda sartoriale femminile, in quanto oggetto funzionale che si rende praticamente obbligatorio in ogni guardaroba. I materiali sono di pregio e visto il valore del capospalla, soprattutto nei momenti di crisi economica, ne veniva utilizzato il retro: a mano a mano che il cappotto mostrava i segni del tempo, veniva girato dal lato della fodera, una volta che questa era stata scucita e ri-assemblata al contrario, proprio sul lato liso del capospalla. Sono stati gli anni Settanta a diminuire notevolmente la richiesta di un cappotto sartoriale, complice l’esplosione del pronto moda, o prêt-à-porter, fenomeno ampiamente anticipato dalla lungimiranza creativa e imprenditoriale di Achille Maramotti, personaggio di spicco che ha dato i natali al brand di Max Mara. Dagli ampi modelli over, ai modelli a vestaglia, la sensazione di avere qualcosa di avvolgente e confortevole, in grado di proteggere dal clima rigido, è ciò che non ha mai fatto passare di moda i cappotti Max Mara, decretando il successo di uno degli ultimi modelli lanciati dal brand, ovvero il Teddy Bear Coat. Amatissimo dalle star, ampiamente riprodotto da numerosi brand, il cappotto doppiopetto ha vestibilità over ed è stato realizzato in cammello su base di seta con effetto pelliccia e collo a rever, maniche a giro basso con tasche a filettone. Si capisce dunque come sia di fondamentale importanza capire come lavare i cappotti Max Mara, in modo da non rovinare i preziosi capospalla e prolungarne anche la durabilità.

Come si lava il cappotto Max Mara: i consigli del sito ufficiale

Prima di acquistare un cappotto Max Mara, dato che si tratta di un acquisto importante e duraturo, è sicuramente sempre bene analizzare le etichette del capospalla, e in particolare i materiali di composizione del cappotto, scelti tra le proposte di miglior qualità. I materiali che assicurano una durabilità più lunga al cappotto sono la lana cashmere, l’alpaca e il cammello, insieme ad alcuni prodotti affini come il beaver di cammello e l’orsetto di alpaca. Inoltre, è una scelta a garanzia sicura il 100% lana in tutte le sue numerose varianti, anche quando si tratta di una fibra misto lana – cashmere, lana e seta, e anche lana e alpaca. Certo è che sarebbe consigliabile capire anticipatamente come mantenere in tutto il suo valore un capospalla, e dal sito ufficiale Max Mara dà sicuramente una mano nel comprendere la composizione del cappotto, tutti i materiali utilizzati e il metodo migliore per pulire, lavare e conservare il capo d’abbigliamento. Innanzitutto, è bene tener presente un importante accorgimento: usando una spazzola per indumenti, è possibile mantenere il cappotto in ottime condizioni per il suo utilizzo quotidiano, ed è quindi consigliabile spazzolarlo di tanto in tanto, proprio per rimuovere quei depositi di polvere e smog che possono rovinare un tessuto tanto pregiato. In mancanza di altre indicazioni, si può mantenere la regola generale di spazzolare il tessuto in lana dall’alto verso il basso, delicatamente, cercando di non rovinare con gesti troppo vigorosi alcune particolari lavorazioni, come potrebbe succedere ad esempio per la lana bouclé.

Teddy Bear Icon Coat: la nuova ossessione delle star

Sfoggiato da tantissime celeb nel corso della scorsa stagione autunno inverno, gli sono stati dedicati interi servizi ed è stato fotografato mentre veniva candidamente esibito dalle influencer più in vista. È il Teddy Bear coat, il cappotto di Max Mara dai volumi cocoon e vestibilità over, che è stato subito amato dalla grande maggioranza del mondo fashion declinato al femminile. Realizzato in alpaca ultra soffice con effetto pelliccia su base di seta, è un tessuto a maglia all’88% cammello e al 12% seta. Un cappotto simile dunque non va lavato con acqua, ed è vietato l’uso di candeggina; non è nemmeno indicato stirare, ma meglio prediligere un lavaggio a secco delicato con percloroetilene, realizzato nei centri lavasecco specializzati nel trattamento di capi pregiati.

101801 Icon coat Max Mara, il cappotto più richiesto

Da quando la stilista Anne Marie Beretta ne creò la silhouette nel 1981, rimane una delle icone più richieste del brand: il cappotto 101801 icon coat Max Mara, con le sue maniche a kimono, le linee impeccabili e un pregiatissimo tessuto di lana, rimane uno dei capispalla più amati di sempre, sia dalle celebrities che dalle affezionate clienti. Composto per il 90% da lana vergine e dal 10% in cashmere, non si lava assolutamente con acqua e non va usata candeggina su eventuali macchie e segni di vario tipo. Si consiglia infatti il lavaggio a secco delicato con percloroetilene, per cui è possibile rivolgersi a un centro lavasecco altamente specializzato, che potrà consegnare il cappotto anche stirato con ferro tiepido.

Max Mara Manuela, il cappotto di alta sartoria

Per chi adora il fascino iper femminile del cappotto in lana a vestaglia, Max Mara Manuela è una scelta obbligata: una linea sinuosa e magnetica, in grado di comunicare leggerezza e al tempo stesso decisione, fa dettagli di alta sartoria il suo autentico pregio. Realizzato in puro cammello con ampio collo a rever, ha chiusura a vestaglia con cintura in coordinato, ed anche in questo caso si sconsiglia nella maniera più assoluta di bagnare il cappotto con acqua, o di candeggiare. Anche in questo caso è essenziale il lavaggio a secco delicato con percloroetilene, quindi l’indicazione migliore è rivolgersi a un centro lavasecco altamente specializzato nel trattamento dei capi pregiati.

Lavare i cappotti Max Mara: dal fai da te alle lavanderie specializzate

Per tutte quelle persone che, acquistato un cappotto Max Mara, sono amanti della manutenzione del capospalla fai – da – te, il consiglio è sempre quello di leggere attentamente l’etichetta del capospalla, che riporta le istruzioni di lavaggio. È così più semplice capire se il cappotto può essere lavato a mano o in lavatrice, e in questo caso, quale programma selezionare per un lavaggio ottimale. Spesso, quando è consentito il lavaggio in lavatrice, è proprio quest’ultima ad indicare il tipo di programma ottimale per il tipo di tessuto in oggetto, presentando un programma tarato per sensibilità e numero di giri a un capospalla prezioso e particolarmente delicato. In particolare, per i cappotti Max Mara in lana cashmere che possono essere lavati con acqua, le lavatrici di ultima generazione hanno un programma specifico per la lana, che consente il lavaggio del cappotto esattamente come se venisse lavato a mano. È un accorgimento molto importante, in quanto in presenza di tessuti pregiati, bisogna avere massima attenzione per la temperatura di lavaggio, per il detersivo che si intende utilizzare, e anche per l’asciugatura del capospalla. Scegliendo il lavaggio in lavatrice, prima di cominciarne l’avvio, è opportuno comunque inserire il cappotto in una rete da biancheria dopo averlo girato dal lato della fodera, per evitare così antiestetiche pieghe, o peggio, che si possa impigliare con bottoni o altri dettagli nel cestello. Se invece è possibile lavare il cappotto a mano, e si sceglie questa opzione, bisogna tener presente che la temperatura dell’acqua non deve mai superare il 30 °C, e che il detersivo da utilizzare deve essere altamente specifico, per lane pregiate e cashmere, in modo che il PH neutro permetta alle fibre di non infeltrire o rovinarsi aumentando di volume. Una bella sfida può essere anche quello di autoprodurre il nostro detersivo per il cappotto di lana: sicuramente più sicuro per la nostra salute e per quella della nostra famiglia, gli ingredienti a composizione naturale sono più gentili sulle fibre e non lasciano spiacevoli residui chimici sui nostri cappotti. Lavare un cappotto di lana a mano significa poterlo lasciare il tempo necessario all’ammollo in un recipiente ampio e adeguato, come una vasca da bagno, e una notevole energia, soprattutto per i numerosi risciacqui in acqua fredda che richiede questo tipo di tessuto. Dopo aver risciacquato bene e a lungo il cappotto, è opportuno procedere all’asciugatura come indicato in etichetta, ma se non dovessero esserci indicazioni, bisogna sempre tener presente di non strizzare forte i tessuti in lana, e nemmeno metterli ad asciugare al sole diretto, rischiando così di rovinare senza possibilità di ripristino la forma e il colore del cappotto.

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