Storia del cappotto Max Mara

CAPPOTTI MAX MARA CAPPOTTO ABBIGLIAMENTO CURIOSITÀ

Quando una casa di moda riesce nell’intento di creare un prodotto iconico, può voler dire una produzione di centomila capi ogni anno. Un rapido calcolo, porta l’immaginazione a materializzare la cifra di 2250 capi ogni settimana. Significa produrre più di 400 capi ogni giorno. È a questo punto che il Cavaliere Maramotti apre il sipario sul processo di confezione, di cui intuì le potenzialità nei primi anni ’50.

Conoscere la storia dell’iconico cappotto cammello 101801 Max Mara

Il cappotto 101801 color cammello di Max Mara è nato nel 1981, grazie a una diretta collaborazione dell’azienda di Reggio Emilia con la stilista francese Anne-Marie Beretta. Oltre ai tailleur Max Mara, il capospalla ha delineato l’intera storia imprenditoriale del brand, consacrandone il successo storico e mondiale. Insieme alle camicie eleganti Max Mara, il cappotto cammello è uno di quei capi che dovrebbero essere sempre presenti anche in un armadio minimal e basic, impresso fra i 10 capi di tendenza a cui non si può rinunciare. Elegante e versatile per ogni look, il cappotto segue scrupolosamente 100 fasi di lavorazione per ogni modello, ogni capo controllato attraverso una decina di passaggi a lui riservati attraverso sei stazioni di controllo qualità gestite da un team che conosce ogni minimo dettaglio di prodotto. I materiali scelti per la confezione sono da sempre lana e cashmere, per un cappotto modello 101801 alto 120 centimetri del peso di 1.5 kg. È costituito da 18 pezzi, prodotto in 89 passaggi e il tempo complessivo di di produzione si aggira attorno ai 245 minuti. “Un cappotto Max Mara nasce dalla ricerca di un equilibrio tra tessuto, forma, colore e lavorazione per raggiungere la perfezione”, spiega la creatrice, rivelando non solo il valore di armonia attraverso cui viene realizzato il capo, ma anche una perfetta sinergia tra i vari addetti del team di produzione, fra tempistiche e manualità impeccabili. La caratteristica distintiva del cappotto Max Mara è il “puntino”, la cucitura che Achille Maramotti ebbe l’intuizione di trasferire dai completi sartoriali da uomo a un prodotto per un pubblico femminile. A lui il pregio di essere riuscito a “Capire prima di tutti c’era una donna nuova da vestire, una donna che cominciava ad appropriarsi della sua vita e di certe professioni”, come spiega Ian Griffiths, da anni direttore creativo del brand. In questo modo, Maramotti ha riprodotto una manifattura sartoriale per la prima volta a livello industriale, trasformandola nel simbolo del successo del prêt-à–porter italiano. Dopo quasi un mese dal momento del taglio tessuto alla spedizione del prodotto confezionato, è il momento dei record: i cappotti Max Mara sono tra i modelli più richiesti, e il brand vanta il trofeo di aver creato il primo cappotto confezionato della storia. Non solo modello più venduto in Europa, ma anche modello più acquistato al mondo.

Perché il cappotto Max Mara è così famoso

Continua Ian Griffiths: “La qualità in simbiosi con la realtà, questo aveva visto Maramotti. Oltre. Una femminista, sì, che non bruciava i reggiseni, no, ma decisa a dialogare con il mondo per ottenere il meglio per sé. E solo qui, in Italia, e con un uomo come lui, poteva nascere e crescere tutto questo”. Meghan Markle, Kim Kardashian, Jennifer Lopez e tantissime altre celebrities non hanno potuto rinunciare al fascino del cappotto Manuela, mentre Gigi Hadid viene immortalata nel modello iconico 101801. L’abbigliamento Max Mara è presente nel guardaroba di tutte le celeb più in vista e in particolare il cappotto cammello rappresenta un autentico simbolo di eleganza e appartenenza. Dichiarando lo status di donna sofisticata, elegante, attenta alle tendenze della moda senza esserne vittima, indipendente nelle scelte e sicura nel realizzare i propri obiettivi, non può mancare come capo essenziale nel vestire un outfit di successo. Infatti il cappotto Max Mara è così famoso perché divenuto simbolo del successo di chi lo indossa, una personalità che non ha dimenticato una punta di discreta umiltà, ma capace di apparire con un’eleganza semplicemente inarrivabile. L’ingrediente segreto di una perfetta sintesi tra imprenditorialità e creatività.

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